Carissimi fratelli e sorelle, Fiat!
Celebriamo la solennità del Corpo e Sangue del Signore, di Gesù vivente nell’Eucarestia, dato a noi nel pane consacrato che ci alimenta, ci sostiene, ci dà forza, ci salva. Ci vogliamo far aiutare in questa nostra riflessione da Maria Santissima, donna dell’Eucaristia.
Possiamo prendere come linee di riflessione, di preghiera, di impegno, le parole del Santo Padre.
«Fate questo». Cioè prendete il pane, rendete grazie e spezzatelo; prendete il calice, rendete grazie e distribuitelo. Gesù comanda di ripetere il gesto con cui ha istituito il memoriale della sua Pasqua, mediante il quale ci ha donato il suo Corpo e il suo Sangue, ci ha donato tutto se stesso. E questo si attua attraverso le nostre povere mani unte di Spirito Santo.
«Fate questo». Davanti alle folle stanche e affamate, Gesù dice ai discepoli di “fare”, di darsi da fare: «Voi stessi date loro da mangiare». In realtà, è Gesù che benedice e spezza i pani fino a saziare tutta quella gente, ma i cinque pani e i due pesci vengono offerti dai discepoli, e Gesù voleva proprio questo: che, invece di congedare la folla, loro mettessero a disposizione quel poco che avevano. I pezzi di pane, spezzati dalle mani sante del Signore, passano nelle povere mani dei discepoli, i quali li portano alla gente. Questo è “fare” con Gesù, è “dare da mangiare” insieme con Lui.
È chiaro che questo miracolo non vuole soltanto saziare la fame di un giorno, ma è segno di ciò che Cristo intende compiere per la salvezza di tutta l’umanità donando la sua carne e il suo sangue. Gesù si è spezzato, si spezza per noi. E ci chiede di darci, di spezzarci per gli altri. Proprio questo “spezzare il pane” è diventato il segno di riconoscimento di Cristo e dei cristiani.
A Emmaus: lo riconobbero «nello spezzare il pane». I primi cristiani a Gerusalemme: «Erano perseveranti nello spezzare il pane». È l’Eucaristia, che diventa fin dall’inizio il centro e la forma della vita della Chiesa.
Ma possiamo pensare anche a tutti i santi e le sante - famosi o anonimi - che hanno “spezzato” se stessi, la propria vita, per “dare da mangiare” ai fratelli. Quante mamme, quanti papà, insieme con il pane quotidiano, tagliato sulla mensa di casa, hanno spezzato il loro cuore per far crescere i figli, e farli crescere bene!
Quanti cristiani, come cittadini responsabili, hanno spezzato la propria vita per difendere la dignità di tutti, specialmente dei più poveri, emarginati e discriminati! Dove trovano la forza per fare tutto questo? Proprio nell’Eucaristia: nella potenza d’amore del Signore risorto, che anche oggi spezza il pane per noi e ripete: «Fate questo in memoria di me» (papa Francesco).
S. Giovanni Paolo II ci presenta Maria Ss. come Donna Eucaristica. “Beata te che hai creduto: Maria ha anticipato, nel mistero dell’Incarnazione, anche la fede eucaristica della Chiesa. Quando, nella Visitazione, porta in grembo il Verbo fatto carne, ella si fa, in qualche modo, «tabernacolo» - il primo «tabernacolo» della storia - dove il Figlio di Dio, ancora invisibile agli occhi degli uomini, si concede all’adorazione di Elisabetta, quasi «irradiando» la sua luce attraverso gli occhi e la voce di Maria. E lo sguardo rapito di Maria nel contemplare il volto di Cristo appena nato e nello stringerlo tra le sue braccia, non è forse l'inarrivabile modello di amore a cui deve ispirarsi ogni nostra comunione eucaristica?
Maria è presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche. Se Chiesa ed Eucaristia sono un binomio inscindibile, altrettanto occorre dire del binomio Maria ed Eucaristia. Anche per questo il ricordo di Maria nella Celebrazione eucaristica è unanime, sin dall'antichità, nelle Chiese dell'Oriente e dell'Occidente” (Ecclesia de Eucarestia).
Il 16 aprile 1927, Gesù spiega a Luisa come il Signore ha fatto nel cuore della Vergine Maria il deposito della sua vita Sacramentale.
Quando Gesù compie un atto, prima guarda se vi è almeno una creatura in cui mettere il deposito, affinché prenda il bene che Gesù fa e lo tenga custodito e ben difeso. Ora, quando ha istituito il Santissimo Sacramento ha cercato questa creatura e la mia Vergine Maria si è offerta a ricevere quest’atto e il deposito di questo gran dono, dicendoGli: “Figlio mio, se ti offrii il mio seno e tutto l’essere mio nel tuo concepimento per tenerti custodito e difeso, ora ti offro il mio Cuore materno per ricevere questo gran deposito e schiero intorno alla tua Vita Sacramentale i miei affetti, i miei palpiti, il mio amore, i miei pensieri, tutta me stessa, per tenerti difeso, corteggiato, amato, riparato. Prendo io l’impegno di contraccambiarti del gran dono che fai; fidati della Mamma tua, ed io ci penserò alla difesa della tua Vita Sacramentale, e siccome Tu stesso mi hai costituita Regina di tutta la Creazione, ho il diritto di schierare intorno a te tutta la luce del sole come omaggio e adorazione, le stelle, il cielo, il mare, tutti gli abitatori dell’aria, tutto metto intorno a te per darti amore e gloria.”
Assicurato dove poteva mettere questo gran deposito della Sua Vita Sacramentale e fidandosi della Madre del Cielo, che aveva dato tutte le prove della sua fedeltà, ha istituito il Santissimo Sacramento. Era la sola creatura degna, che poteva custodire, difendere e riparare questo atto.
Quando le creature ricevono Gesù, Lui scende in loro insieme con gli atti della sua inseparabile Mamma, e solo per questo può durare la sua Vita Sacramentale. Perciò è necessario che prima Gesù scelga una creatura quando vuole fare un’opera grande, degna di Lui; prima, per avere il luogo dove mettere il suo dono; secondo, per averne il contraccambio. Anche nell’ordine naturale è così. Se l’agricoltore vuole gettare il seme, non lo getta in mezzo alla strada, ma va in cerca del piccolo terreno; prima lo lavora, vi forma il solco, e poi vi getta il seme e per essere sicuro lo copre di terra, aspettando con ansia il raccolto, per contraccambiarsi del suo lavoro e del seme che ha affidato alla terra. Un altro vuol formare un bell’oggetto: prima prepara la materia prima, il luogo dove metterlo, e poi lo forma.
Così Gesù ha fatto a Luisa: l’ha scelta, preparata e poi le ha affidato il gran dono delle manifestazioni della Divina Volontà; e come ha affidato alla sua diletta Madre la sorte della Vita Sacramentale, così ha voluto fidarsi di Luisa, affidandole la sorte del regno della Divina Volontà.