Carissimi fratelli e sorelle, Fiat!
Nel cammino della Quaresima ci è presentato Gesù così come è veramente, vero uomo, vero Dio, volto misericordioso del Padre, nostro Salvatore. La celebrazione liturgica non è solo ricordo, esempio, insegnamento, testimonianza, ma è un incontro vivo con Gesù stesso, che si rende presente e opera per noi la grazia, la pace, la misericordia, la salvezza. Lui si unisce a noi, noi ci uniamo a Lui e troviamo in Lui la luce, la forza, il senso della nostra vita.
Abbiamo incontrato Gesù nell’esperienza delle sue tentazioni nel deserto, umile, fragile, debole, tentato, veramente uomo come tutti, ma vincitore sul maligno con la forza della Parola di Dio.
Ora contempliamo e accostiamo Gesù nella sua manifestazione gloriosa, nella trasfigurazione sul monte Tabor. Mentre pregava ecco quello che avviene: la nube della presenza di Dio, le vesti candide e sfolgoranti, Mosè ed Elia, la voce del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’eletto: ascoltatelo!”. Gesù è veramente Dio, il Messia, l’inviato del Padre per la nostra salvezza.
Accanto a Gesù i tre apostoli, Pietro, Giacomo, Giovanni, scelti a testimoni della sua gloria, della sua divinità, i quali sperimentano e gustano questa nuova vita: “Signore è bello per noi stare qui ...”
Ma Gesù ritorna e fa ritornare alla vita normale, quotidiana, tenendo nel cuore l’esperienza profonda che hanno vissuto. Anche noi siamo chiamati a vivere la vita di ogni giorno, con la luce e la forza della presenza del Signore, con le certezze della fede.
Anche nei momenti difficili, anche quando si fa fatica, anche quando si viene meno e si pecca.
Questi tre apostoli saranno gli stessi che Gesù sceglie nell'ora della sua agonia nell’orto degli ulivi, dove Gesù vive e sperimenta tutta la sua passione, il dolore, la solitudine, la morte. È veramente uomo, il più sofferente degli uomini, perseguitato, innocente, condannato a morire sulla croce.
I tre non comprendono la portata e la tragicità di quel momento, si addormentano, lo lasciano solo, non sono capaci di vegliare un’ora con Lui, vengono meno nella loro debolezza e nel loro peccato.
Ma Gesù è veramente Dio: non resta nella morte, ma la vince in Sé e la vince per tutti noi.
Gli apostoli, non solo quei tre, ma tutti, come tutti i credenti in Gesù, crederanno e saranno i testimoni della Sua risurrezione, della Sua salvezza piena ed eterna, della vita nuova che è data ad ogni uomo sulla terra e nell’eternità di Dio, che diventa eternità dell’uomo ed è vita nella Divina Volontà
Il dono della vita nella Divina Volontà, dice Gesù a Luisa il 10 settembre 1933, è stato “sborsato” da Gesù per comprare la sua Divina Volontà e darla alle creature.
Il Divin Volere avrà il suo regno in mezzo alle creature, come è stata certa la discesa del Figlio dal Cielo in terra. Gesù, agendo da Re, doveva costituire il regno al “Fiat Divino”, che l’uomo aveva respinto. Quindi la Divinità, unita alla sua Umanità, è scesa dal Cielo per comprare la sua Divina Volontà per le creature; ogni atto che Gesù faceva, era uno sborso del prezzo che ci voleva e che dava alla Divina Maestà, per ricomprare ciò che l’uomo aveva respinto e perduto.
Ogni atto di Gesù, pena, lacrima e la stessa morte di croce non è stato altro che sborsare il prezzo sufficiente, per comprare la Volontà Divina e darla alle creature. Quindi se la compra è stata fatta, il prezzo sborsato, la Divinità ha accettato, è stato concluso il pagamento col sacrificio della vita di Gesù, come non deve venire il suo regno? Come l’Umanità di Gesù operava, pativa, pregava, così il “Fiat Divino” scendeva nel basso dei suoi atti umani e formava il suo regno e siccome Gesù era il capo, il fratello maggiore di tutte le generazioni umane, il regno passava alle sue membra ed ai suoi fratelli minori. Però era necessaria prima la Redenzione, perché questa doveva servire a dissodare il terreno delle umane volontà, a purificarle, a prepararle, ad abbellirle ed a far loro conoscere quanto è costato a questo Uomo e Dio, l’acquisto che ha fatto di questa Volontà Divina per darla alle creature, affinché possano ricevere la grazia di poter ricevere il gran dono d’essere dominate dalla Divina Volontà; se non ci fosse stata prima la Redenzione, sarebbe mancato lo sborso del prezzo e l’atto preparatorio per un bene così grande.
Anzi la Divinità, prima che il Figlio scendesse dal Cielo, aveva decretato la Redenzione ed il regno della mia Volontà, poiché l’una doveva servire allo sborso dell’altra, perché essendo Essa divina e di valore infinito, ci voleva un Uomo Dio che potesse pagare ed acquistare un Volere Divino, per darlo di nuovo a chi lo aveva perduto. Se non fosse stato ciò, il Figlio non si sarebbe mosso dal Cielo per venire solo a redimere, molto più che gli interessava più restituire i diritti alla Divina Volontà offesa e respinta, che la stessa Redenzione e poi non avrebbe agito da Dio se avesse messo in salvo le sue creature e avesse messo da parte la Sua Volontà non dandole i diritti dovuti e non restituendo il suo regno in mezzo alle creature.
Dobbiamo essere sicuri che arriverà il Suo Tempo, Gesù si armerà di potenza e di amore e suonerà l’ora del trionfo del regno del “Fiat”.
Gloria, lode, amore a Gesù, vero uomo e nostro vero Dio.