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III Domenica di Quaresima

Il Signore è paziente e misericordioso

20/03/2025
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Carissimi fratelli e sorelle, Fiat!

Il Signore è misericordioso e paziente. Con le parole del salmo oggi possiamo pregare, avvicinarci a Dio, contemplare la sua bontà infinità, accogliere i suoi benefici e la sua salvezza, e sperimentare la sua misericordia e la sua pazienza.

Le letture sono il racconto di questa bontà, di questa premura e misericordia del Signore verso i suoi figli.
Innanzitutto possiamo notare come avviene la chiamata di Mosè perché diventi lo strumento di Dio per la liberazione del suo popolo, dei suoi figli, schiavi in Egitto.

La narrazione della vocazione di Mosè implica anche la rivelazione del nome di Dio: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. La curiosità provocata dal prodigio del roveto ardente spinge Mosè ad avvicinarsi; dal roveto, Dio chiama Mosè per due volte. Al patriarca, che manifesta disponibilità, il Signore rivela un progetto di liberazione, da comunicare al popolo. E in seguito, ad una domanda di Mosè, Dio dichiara il proprio nome: “Io sono colui che sono”, e aggiunge: “Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi”. In realtà, forse Mosè non avrà capito la frase “Io sono colui che sono”, cioè sono colui che fa esistere, colui che ti è presente, colui che sarò, e come tale mi manifesterò.

Informato sull’identità di Dio, Mosè accetta di annunziare la salvezza, trasmettendo le parole divine: “Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese, verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele”.

Si entra decisamente nella spiritualità pasquale: la liberazione di Israele dall’Egitto è la prefigurazione della libertà e della salvezza operata e offerta da Cristo, attraverso la sua morte e resurrezione e, lungo la storia, attraverso i sacramenti. San Paolo ricorda ai Corinzi il comportamento degli Israeliti nel deserto, le mormorazioni contro Mosè e contro il Signore; quei cristiani sono edotti sul divieto di mormorare. Inoltre si ricorda il miracolo dell’acqua uscita dalla roccia, “e quella roccia era il Cristo”. L’interpretazione degli eventi è pienamente Cristologica; si allude al battesimo e alla grazia dei sacramenti.
In questa domenica di Quaresima, la fede è formata con una riflessione sulla liberazione dall’Egitto e sull'acqua uscita da una roccia che accompagnava il popolo: questo avviene nella vita di quanti diventano cristiani.

Con l’evangelista Luca si riflette invece sui segni dei tempi, con un tentativo di capire episodi violenti della storia di Israele. Nelle situazioni difficili non è il Signore che manda dei castighi: il Signore è sempre accanto ai suoi figli per ravvederli, dare loro grazia e forza, per portarli alla conversione e ad una vita operosa che porti frutti di bene.

Negli Scritti di Luisa troviamo molti brani che ci parlano della Giustizia e della Misericordia di Dio. In quello del 6 dicembre 1919, Gesù spiega a Luisa che mentre lei pregava, la Sua misericordia si raddolciva e la Sua giustizia perdeva l’asprezza, e non solo nel tempo presente, ma anche nel tempo futuro, perché la preghiera rimarrà in atto nella Divina Volontà. In virtù di essa la misericordia raddolcita scorrerà più abbondante e la giustizia sarà meno rigorosa. Non solo, ma Gesù sentirà la nota dell’amore delle anime perdute ed il suo Cuore sentirà verso Luisa un amore di speciale tenerezza, nel trovare in lei l’amore che gli dovevano queste anime, e verserà in lei le grazie che teneva preparate per loro.

Dio ama tanto la creatura, che nel creare il cielo, le stelle, il sole e tutta la natura, non ha lasciato loro alcuna libertà, sicché il cielo non può aggiungere una stella di più né una di meno, né il sole può sperdere o aggiungere una goccia di luce di più; invece, nel creare l’uomo Dio lo ha lasciato libero, anzi lo voleva insieme con Lui a creare le stelle, il sole, per abbellire il cielo dell’anima sua, e siccome doveva fare il bene ed esercitarsi nelle virtù, gli dava il potere di formarsi le stelle, i soli più splendidi; quanto più bene faceva, tante più stelle formava, e quanta più intensità d’amore e di sacrificio, più splendore e più luce aggiungeva ai suoi soli, e Dio, spaziandosi insieme nel cielo dell’anima sua gli diceva: “Figlio mio, quanto più bello vuoi farti, più piacere mi dai; anzi, amo tanto la tua bellezza che ti spingo, ti insegno, e non appena ti decidi, Io corro ed insieme con te rinnovo la potenza creatrice e ti do il potere di fare il bene che vuoi. Ti amo tanto che non ti ho fatto schiavo, ma libero”. Ma, ahi, quanto abuso di questo potere che Dio ha dato all’uomo! Ha il coraggio di convertirlo a sua rovina in offesa al suo Creatore.

don Marco
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Ultimi commenti 1 di 1
- 19/03/2022
What freedom really can do for us when it is God who pushes us towards renewing the creative powers and doing the good we wish to do. This freedom few know anything about, and not knowing are unable to seek it and to find it. Yet with the help of God we can develop it into that which we have always sought and intuitively known as that for which we were searching. How grateful we are to Luisa Piccarreta for having said 'Fiat', (Yes to God) such that she shared this with all of us.