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I dolori di Maria

15/09/2023
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Il mistero della partecipazione della Vergine Madre Addolorata, alla passione del Figlio è probabilmente l’evento evangelico che ha trovato più intensa e vasta risonanza nella religiosità popolare, soprattutto in determinati esercizi di pietà (via Crucis, via Matris, ecc.).

Testimone di tale religiosità è la celebre sequenza medioevale dello Stabat Mater dolorosa, attribuita a Jacopone da Todi, entrata eccezionalmente a far parte del formulario della Messa. Lo Stabat pur cantando con ingenuo sentimento di pietà i dolori sofferti dalla Vergine nella Passione e Morte di Gesù riflette comunque l’essenziale del mistero evangelico e cioè che: «il centro della cristiana religione non è nel cordoglio di Maria come tale, ma in quel “portare la morte di Cristo” che la “mater dolorosa” aiuta a vivere come esperienza». [E. De. Martino]

La sequenza si incontra nei Messali francescani già nella prima metà del sec. XIV.

San Pio X assegnò stabilmente la festa al 15 settembre.

Nell’esortazione apostolica Marialis cultus, Paolo VI così presenta la memoria del 15 settembre: «la memoria della Vergine Addolorata è occasione propizia per rivivere un momento decisivo della storia della salvezza e per venerare la Madre associata alla Passione del Figlio e vicina a Lui innalzato sulla Croce» (n. 7).

Contemplando Maria associata alla Passione del Figlio la Chiesa medita sul suo stesso mistero e sulla sua stessa partecipazione mistica ai dolori del Redentore per giungere feconda di figli alla gloria finale: «Fa’ che la tua Santa Chiesa, associata alla Passione del Cristo, partecipi alla gloria della Risurrezione».

San Giovanni Paolo II nella sua Rosarium Virginis Mariae, illustrando i misteri del dolore scrive: «… I misteri del dolore portano il credente a rivivere la morte di Gesù ponendosi sotto la croce accanto a Maria, per penetrare con Lei nell’abisso dell’amore di Dio per l’uomo e sentirne tutta la forza rigeneratrice.

Maria è dunque, veramente, modello di chi contemplando il mistero dell’Uomo-Dio penetra più efficacemente il mistero dell’uomo e il Mistero pasquale, radice della sua salvezza».

A conferma di tutto questo c’è la testimonianza di Luisa, che ha fatto della contemplazione della Passione di Gesù e il dolore di Maria un punto di riferimento fondamentale per la sua esperienza spirituale.

Il partecipare al dolore di Maria nel vedere il suo Figlio morire in croce non è solo stare a guardare per addolorarsi, ma, come ci insegna Luisa, ad accompagnare la Madre nel suo dolore per partecipare ai frutti che dalla Passione sono maturati per la salvezza delle anime.

In un brano del suo diario, datato 17 settembre 1905, Luisa, proprio nei giorni in cui si faceva memoria liturgica della Beata Vergine Maria Addolorata, riporta quello che Gesù le ha detto riguardo a come si prende parte ai beni e ai meriti dei sette dolori di Maria.

Tutti possono partecipare ai meriti e ai beni che hanno maturato i dolori in Maria.

Chi anticipatamente si mette nelle mani della Provvidenza, offrendosi a soffrire qualunque sorta di pene, miserie, malattie, calunnie e tutto ciò che il Signore disporrà sopra di lui, viene a partecipare al primo dolore della profezia di Simeone. “Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima»” (Lc 2,34-35).

Chi attualmente si trova nelle sofferenze e rimane rassegnato, si tiene più stretto con Gesù e non lo offende, e come se lo salvasse dalle mani di Erode, sano e salvo e lo custodisce nell’Egitto del suo cuore, partecipa quindi al secondo dolore. “Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo»” (Mt 2,13).

Chi si trova abbattuto d’animo, arido e privo della presenza del Signore, e sta saldo e fedele ai suoi soliti esercizi, anzi prende occasione per amarlo e cercarlo di più, senza stancarsi, viene a partecipare ai meriti e beni che ha acquistato Maria SS. quando Gesù si è smarrito nel tempio a Gerusalemme. «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo» (Lc 2,48).

Chi in qualunque occasione si accorge che Gesù è offeso gravemente, disprezzato, calpestato, e cerca di riparare, di compatirlo e di pregare per quegli stessi che lo stanno offendendo, è come se Gesù incontrasse in quell’anima la sua stessa Madre, che se avesse potuto lo avrebbe liberato dai suoi nemici, e partecipa al quarto dolore. «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato» (Lc 23,28-29).

Chi crocifigge i suoi sensi per amore della crocifissione del Signore e cerca di ricopiare in sé le virtù della sua crocifissione, partecipa al quinto dolore di Maria. “Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa” (Gv 19,26-27).

Chi sta in continuo atto di adorare, di baciare le piaghe di Gesù, di riparare, di ringraziare ed altro, a nome di tutto l’umanità, è come se tenesse il corpo piagato del Signore nelle sue braccia, come lo ha tenuto la Maria quando Gesù è stato deposto dalla croce, e partecipa al sesto dolore. «C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo». (Mt 27,55-56).

Chi si mantiene in grazia di Dio e vi corrisponde con la sua fedeltà, è come se  seppellisse Gesù nel centro del suo cuore e partecipa così al settimo dolore di Maria. «Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento» (Lc 23,55-56).

 

Madre addolorata,

oggi più che mai sento l’irresistibile bisogno di starmi a te vicina.

No, non mi sposterò dal tuo fianco,

per essere spettatrice dei tuoi acerbi dolori e chiederti,

come figlia, la grazia che deponga in me i tuoi dolori

e quelli del tuo Figlio Gesù, e anche la sua stessa morte,

affinché la sua morte ed i tuoi dolori

mi diano la grazia di far morire continuamente la mia volontà

e sopra di essa farmi risorgere la vita della Divina Volontà.

(Luisa Piccarreta)

don Marco
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