Meditando gli scritti di Luisa mi sono soffermato sul brano del 1° luglio del 1907, Vol. 8. Nella prima parte, Luisa rivolgendosi interiormente a Dio sente di essere in errore in quanto avverte la differenza fra lei ed una santa di cui stava leggendo, che pensava sempre alle proprie colpe commesse e chiedeva perdono a Dio mentre lei al contrario non pensava in continuazione ai propri peccati.
Gesù la rimprovera dolcemente dicendole che la Divina Volontà non produce peccati, imperfezioni, è sempre santa e chi vive in essa resta già santificato e gode, si ciba e pensa a tutto ciò che la Volontà di Dio contiene, ed anche se nel passato l’anima ha commesso peccati, trovandosi nella bellezza, nella santità, nella immensità dei beni che contiene la Divina Volontà, dimentica il brutto del suo passato e si ricorda solo del presente.
Per chi vive nella Volontà Divina, tutto è in atto presente e l’anima vede l'opera della Creazione con gli occhi di Gesù. Il poeta William Blake scrive:
Per vedere un mondo in un granello di sabbia / e un paradiso in un fiore selvatico, / tieni l'infinito nel palmo della tua mano, / e l'eternità in un'ora.
Solo quando l’anima esce dal Volere di Dio e ritorna al proprio essere, essa ricorda peccati e miserie.
Nella Divina Volontà non entrano né possono entrare pensieri di peccati e di sé stessi e se l’anima se li sente significa che non è stabile e fissa in Dio.
Nella seconda parte Gesù parla della Verità; essa è perseguita in questo tempo in cui tutto è falsità e doppiezza.
Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! (Mt. 7,15)
Ma per quanto essa sia perseguitata, non si può fare a meno di non conoscere che è Verità e giunge il tempo in cui quella stessa Verità perseguitata viene ad essere riconosciuta ed amata.
“Non c’è nulla che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto”. (Lc. 12,1)
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al paragrafo 2505, ricorda che «la verità o veracità è la virtù che consiste nel mostrarsi veri nelle proprie azioni e nell'esprimere il vero nelle proprie parole, rifuggendo dalla doppiezza, dalla simulazione e dall'ipocrisia».
Che cos’è la verità? chiede Papa Francesco nell’udienza generale del 14 novembre 2018
La verità-continua il Santo Padre- trova la sua piena realizzazione nella persona stessa di Gesù (cfr Gv 14,6), nel suo modo di vivere e di morire, frutto della sua relazione con il Padre. Questa esistenza da figli di Dio, Egli, risorto, la dona anche a noi inviando lo Spirito Santo che è Spirito di verità, che attesta al nostro cuore che Dio è nostro Padre (cfr Rm 8,16). «In ogni suo atto l’uomo, le persone affermano o negano» la verità che Dio è nostro Padre, «dalle piccole situazioni quotidiane alle scelte più impegnative»…Domandiamoci: quale verità attestano le opere di noi cristiani, le nostre parole e le nostre scelte? Ognuno può domandarsi: sono un testimone della verità o sono più o meno un bugiardo travestito da vero? I cristiani non sono uomini e donne eccezionali. Sono, però, figli del Padre Celeste.
Vivere da figli significa lasciare emergere in ogni atto la grande verità, che Dio è Padre e ci si può fidare di lui:
Io mi fido di Dio, questa è la grande verità!
Frank – gruppo di Phyllis- Irlanda