Un po’ di tempo fa andando al lavoro presso l’ufficio postale in Corato, ero accompagnata da mio marito e durante il tragitto gli comunicavo la mia perplessità su di un lavoro temporaneo che avrebbe dovuto fare mio figlio. Mi chiedevo se fosse Volontà di Dio e mio marito mi rispose che mi vedeva ansiosa, che la Volontà di Dio non si trova nell’ansia e che Dio ci parla sussurrandoci. Andai al lavoro abbattuta, quasi convincendomi che per me capire la Volontà di Dio era davvero difficile. Anche una mia collega che mi vuole bene si era accorta che ero un po’ spenta.
Dopo un po’ entrò nell’ufficio una signora che fa parte dell’Associazione Luisa Piccarreta di Corato, anche lei di nome Luisa, per spedire una corrispondenza. Appena la vidi mi rincuorai e speravo che venisse da me per comunicarmi qualcosa della Serva di Dio Luisa Piccarreta. Era come desiderare per un assetato un bicchiere d’acqua! Sembrava che stesse andando via ed invece venne vicina a me e mostrandomi dei rotolini di carta colorata, mi chiese di sceglierne uno. Scelsi un biglietto con questo messaggio:
“Voglio farti un testamento lasciandoti per dote quella stessa Divina Volontà che possiede la Mamma tua e che tanto mi ha aggraziata, fino a rendermi Madre del Verbo" (Da 'La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà')
Lessi in quelle parole una risposta alla mia domanda. Quella stessa sera mio figlio ritornò a casa raccontandomi con molto entusiasmo di quanto fossero simpatici i suoi compagni di lavoro e di quanto fosse contento di iniziare quella esperienza.
Compresi allora che la Volontà di Dio ci chiede di occuparci dei propri figli ma non di preoccuparci, aiutandoli con discrezione a trovare la propria strada.
L’ansia andò via e subentrò la pace.
"Circa il futuro, neanche preoccuparci, perché non è cosa nostra, ma è cosa di Dio…Dunque, bandire ogni dubbio, perché il dubbio, il timore, l'agitazione non vengono da Dio…pensare piuttosto ad amare e fare la Volontà di Dio, perché il Signore coi dubbi si dispiace molto più che se commettessimo il peccato…" (Dalle Lettere di Luisa)