Il nome Giuseppe, di origine ebraica, sta a significare “Dio aggiunga”, estensivamente si può dire “aggiunto in famiglia”. Egli è infatti il protagonista “aggiunto” e “silenzioso” nella storia della salvezza. Poco spazio dedicano a questa figura i Vangeli canonici, ma la sua, nella casa di Nazareth, è una presenza indispensabile, esemplare per tutti i papà nell’educazione e “custodia” dei figli,
Nel suo silenzio, che gli permette di ascoltare la voce di Dio, Giuseppe svolge il suo ruolo di custode della famiglia, messo a guardia, dallo stesso Dio, del suo Figlio prediletto, e che orienta la propria vita sulla traccia di alcuni sogni, nei quali gli Angeli gli recano i messaggi del Signore: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo” (Mt 1,20).
Il Vangelo di Matteo ci racconta che Giuseppe è un uomo giusto. Secondo la Scrittura essere giusti equivale a comportarsi secondo i comandamenti, secondo la volontà di Dio, nell’osservanza fedele della Sua parola. Giuseppe è tutto questo e va oltre: alla notizia che Maria aspetta un figlio non suo, tra l’angoscia del sospetto tradimento e l’idea di ripudiarla in segreto, per salvarla da una legge crudele che l’ avrebbe portata certamente alla lapidazione insieme al figlio nel suo grembo, cambia la giustizia in misericordia.
Mediante il sacrificio totale di sé Giuseppe esprime il suo generoso amore verso la Madre di Dio, facendole «dono sponsale di sé» (Redemptoris Custos-Santo Padre Giovanni Paolo II).
Decide altresì di mettersi in disparte, ma un bellissimo sogno dissipa tutti i suoi timori e lo muove con un atto di totale Fede in Dio ad accogliere il mistero che avvolge Maria, e dal quale egli non è escluso, perché si compiano le profezie, disponendosi ad accettare i Suoi piani con la sua costante presenza accanto a Gesù per “assisterlo”, insieme alla sua sposa, nella crescita “E Gesù cresceva in sapienza, in età e in grazia davanti a Dio e davanti agli uomini" (Lc 2, 51-52).
Giuseppe, come Maria è di stirpe regale, discendente della casa di Davide, ma la vita lo costringe a fare l’artigiano del paese, a darsi da fare nell’accurata lavorazione del legno e che trasferisce al figlio Gesù, realizzando con Lui mobili e oggetti casalinghi per le povere abitazioni della Galilea, tutti costruiti dall’abilità di quelle sue mani ruvide e callose.
Con la sua profonda umiltà davanti a Dio e agli uomini e la dedizione con cui si sacrifica alle due creature sublimi che il Signore gli ha affidato, casto sposo di Maria, tenero padre per Gesù, responsabile capofamiglia, egli è reso degno di partecipare al mistero che si cela nella casa di Nazareth dietro un’esistenza modesta, apparentemente normale, non degna di visibile attenzione.
Nella crescita di Gesù egli condivide insieme a Maria dolori e gioie: il dolore di non averlo concepito e la gioia di poterlo stringere tra le braccia e poterlo educare come figlio naturale; il dolore di vederlo nascere in povertà e la gioia di vederlo adorare dagli angeli; il dolore della profezia di Simeone che annuncia la perdizione e la gioia della salvezza delle anime; infine il dolore di non vedere riconosciuto e glorificato pubblicamente il figlio perché sopraggiunge la morte, e la gioia di spirare serenamente tra le Sue braccia, unica creatura terrena ad avere accanto Gesù in carne ed ossa nel momento del trapasso. Non a caso san Giuseppe viene venerato anche quale patrono della buona morte.
Attraverso Luisa, Gesù ci insegna a fare il modello della nostra vita e delle nostre famiglie sulla casa di Nazareth, tenendo sempre, in ogni momento della giornata: nel lavoro, nella preghiera, nell’atto di prendere cibo, una mano a Maria, l’altra a Gesù e lo sguardo a San Giuseppe.
Ma cosa nasconde la casa di Nazareth?
Nella casa di Nazareth tutto è amore e Divina Volontà: Maria possiede il suo “FIAT” sin dal concepimento, Gesù è la stessa Volontà Divina, San Giuseppe, uomo come noi, tra i due non può non farsi dominare da questa Santa Volontà. Egli vive riflettendo ciò che in Gesù è per natura e in Maria per grazia.
Nella casa di Nazareth, nella Sua vita nascosta Gesù possiede il Regno della divina Volontà e come Egli stesso riferisce a Luisa, mentre Lui è il Re, Sua madre la Regina, Giuseppe è il primo ministro, di un regno non ancora presente sulla terra, ma che nel corso dei secoli giungerà alla Sua piena realizzazione.
Per quanto riguarda Luisa, la presenza di San Giuseppe nella sua vita ha un valore ben preciso: ella può equiparare la costante assistenza che il sacerdote ha avuto per lei alla dedizione e all’ufficio che San Giuseppe (e Maria) ha avuto per Gesù. La sua ricompensa sarà grande poiché Gesù, stando la Sua vita in Luisa, riterrà l’assistenza e sacrifici del sacerdote come fatti di nuovo a Lui da San Giuseppe e Maria.
Giuseppe è l’uomo della Fede, della Carità e della costanza. Dedito al lavoro, ha premura verso al sua famiglia e verso il prossimo, affrontando qualunque sacrificio.
Giuseppe, contrariamente a quanto si possa pensare, è l’ uomo che ha saputo fare la sua scelta: credere in Gesù e fare del Suo insegnamento la propria ragione di vita, col mettersi subito all’opera, nonostante le difficoltà, per assumere a pieno il suo ufficio di custode e dar vita, insieme a Maria alla prima Chiesa nascente, la prima comunità cristiana. Come ci ricorda Papa Francesco: “Le famiglie sono la Chiesa domestica, dove Gesù cresce, cresce nell’amore dei coniugi, cresce nella vita dei figli”, famiglie bisognose di ritrovare oggi più che mai il proprio consolidamento attraverso l’unione alla Volontà Divina.
Quale ricompensa non riceveranno quei padri, e quelle madri, che sacrificano la loro vita per i propri figli, educandoli all’amore e alla sottomissione, per amore, al voler divino.
“San Giuseppe, tu sarai il mio protettore, il custode del mio cuore, e terrai le chiavi del mio volere nelle tue mani. Custodirai il mio cuore con gelosia e non me lo darai mai più, affinché io sia sicuro di non fare nessuna uscita dalla Volontà di Dio”. Amen! (Luisa Picarreta)